lunedì 20 marzo 2017

Wislawa

Non ce l’ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta – come se tu vivessi ancora -
bella come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e a tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l’amore
e che lui la stringa
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non pretendo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro,
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza -
ci rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
Wisława Szymborska

José Saramago

La primavera prima o poi deve venire,
ha tardato ma forse serve. 
José Saramago, L'anno della morte di Ricardo Reis


Oriana Fallaci

Nessuno di noi è preparato. Né lo saremo mai. Ma questo è ugualmente il nostro destino: cambiare. Si cambia con lentezza, la stessa lentezza che muta la primavera in estate, l’estate in autunno, l’autunno in inverno. Non ci si accorge mai in quale momento la primavera diventa estate: una mattina ci alziamo e fa caldo; l’estate è giunta mentre dormivamo.


Oriana Fallaci , Se il sole muore

martedì 14 marzo 2017

Dino Basili

"Per il corteggiamento vale il consiglio che Robert Schumann dava ai pianisti: “Andare lento e correre sono errori di pari gravità”."


— Dino Basili, L'amore è tutto, 1996


domenica 12 marzo 2017

Marguerite Duras

È troppo tardi anche per i ricordi. Adesso non li amo più. Non so più se li ho mai amati. Me ne sono andata. Non ho più nella testa il profumo della sua pelle, negli occhi il colore dei suoi occhi. Non mi ricordo più la voce, se non a volte quel tono dolce, di sera, quand’era stanca. La sua risata non la sento più: né la risata, né le grida. È finita, non me ne ricordo più. Per questo è facile scrivere di lei adesso, a lungo, estesamente, è diventata scrittura corrente.


Marguerite Duras, “L’amante”

Gabriele D'Annunzio

"Gli giungeva il profumo di lei, una emanazione indefinibile, fresca ma pur vertiginosa come un vapore d'aròmati. Tutto il suo essere insorgeva e tendeva con ismisurata veemenza verso la stupenda creatura. Egli avrebbe voluto involgerla, attrarla entro di sé, suggerla, beverla, possederla in un qualche modo sovrumano."
— Gabriele D’Annunzio, Il Piacere

Julio Cortàzar

"Il mattino è la lavagna nella quale t’invento e ti disegno,
pronto a cancellarti"
— Julio Cortázar, versi tratti da "Ti amo"