mercoledì 22 luglio 2015

Anna Magnani

Ce metti una vita intera per piacerti, e poi, arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci. Che te piaci perchè sei tu, e perché per piacerti c'hai messo na vita intera: la tua. Ce metti una vita intera per accorgerti che a chi dovevi piacè, sei piaciuta… e a chi no, mejo così. Anche se lo ammetto, è più raro trovà un uomo a cui piaci, che te piace, che beccà uno ricco sfondato a Porta Portese!
Ce metti na vita per contà i difetti e riderce sopra, perché so belli, perché so i tuoi. Perché senza tutti quei difetti, e chi saresti? Nessuno.
Quante volte me sò guardata allo specchio e me so vista brutta, terrificante.
Co sto nasone, co sti zigomi e tutto il resto. E quando la gente me diceva pe strada “bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “bella de che?”. 
Eppure, dopo tanti anni li ho capiti. 
C'ho messo na vita intera per piacermi.
E adesso, quando me sento dì “bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!”.
—  Anna Magnani

martedì 21 luglio 2015

Elio Fiorucci

La gente mi ha sempre detto che amava il negozio Fiorucci perché era un posto dove ci si sentiva "amati", dove c'era la musica, delle belle ragazze. Una terapia dell'amore. Oggi voglio continuare a dire che essere gentili è un dovere di tutti noi. Si possono fare le cose per amore.
Elio Fiorucci


Alessandro Bergonzoni

Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
(Alessandro Bergonzoni)

Auguri di buon compleanno, Alessandro Bergonzoni!

lunedì 20 luglio 2015

Cesare Pavese

Vivere tra la gente è sentirsi foglia sbattuta. Viene il bisogno di isolarsi, di sfuggire al determinismo di tutte quelle palle di biliardo. Così ognuno di noi possiede una mitologia personale (fievole eco di quell'altra) che dà valore, un valore assoluto,al suo mondo più remoto, e gli riveste povere cose del passato con un ambiguo e seducente lucore dove pare, come in un simbolo, riassumersi il senso di tutta la vita.
(Cesare Pavese, Feria d’agosto)

Terrazze con vista

Firenze, Terrazza Brunelleschi 

sabato 18 luglio 2015

Edgar Degas

Dipingere e' facile quando non sai come si fa, ma molto difficile quando lo sai.
Edgar Degas

Franca Rame

Fine maggio. Ricevo la prima busta paga da onorevole. Guardo e riguardo i “cedolini” e non capisco niente. Scopro che il mio stipendio mensile è di 15.000 euro e che ho 150 euro di rimborso spese per il parrucchiere. Troppi soldi.
Accenno a qualche senatore e pure a qualche deputato l'idea di proporre una decurtazione del nostro stipendio a favore delle situazioni tragiche che si stanno moltiplicando nel nostro Paese. Ma è come se stessi giocando a squash, lo sport in cui si lancia la pallina contro il muro e lei torna indietro a gran velocità. Se non sei un vero campione non riesci neanche a sfiorarla: ti passa via da sotto la racchetta, invisibile… Ecco, le mie parole slittano oltre le orecchie dei senatori come proiettili di gomma. Loro guardano altrove, cambiano discorso.
Sul momento non capisco. Me ne renderò conto solo in seguito, nel 2013, quando a Palermo un gruppo di giovani eletti alle regionali nel Movimento 5 stelle tratterrà dallo stipendio solo 2500 euro a testa degli oltre 12.000 previsti dalla paga mensile; tutto il resto lo verserà in una cassa per sovvenzionare le piccole e medie imprese. Su quattro o cinque eletti di altri partiti presenti all'operazione, due crolleranno a terra svenuti. 
Penso a quante persone che conosco sbarcano il lunario con 800, 900 euro al mese… penso ai pensionati a 400, 600 euro al mese… immaginatevi i miei pensieri e il mio sincero imbarazzo davanti al mare di soldi della mia paga… ormai ho capito che solo l'allusione a certi atti di generosità e di senso umanitario può provocare un infarto ai miei colleghi. Quindi silenzio e monologhi a gesti sui buoni sentimenti! (…) Qui è davvero tutto assurdo. Al ristorante non devi pagare il conto: ti viene detratto dallo stipendio, sembra uno scherzo. Sapete quanto spendo? io, che sono vegeteriana e astemia, pago intorno ai 3 euro, meno che all'Osteria degli spiantati sui Navigli. Alla buvette invece il conto lo paghi, ma dopo aver consumato perchè pagare prima non è elegante.A qualcuno però capita, distratto, di uscire dimenticandosi di pagare il conto, ma è ovvio che è una svista innocente. Andiamo, siamo senatori, a chi mai fra noi verrebbe in mente di fare il furbo e rubare?! 
Ah..ah…mi esce una risata a tutta gola!
—  Franca Rame