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sabato 18 luglio 2020

Elogio della fuga

Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama Desiderio.

Henri Laborit, Elogio della fuga


domenica 26 aprile 2020

Luce Irigaray

Dobbiamo modificare il nostro modo tradizionale di parlare che, per lo più, si rivolge all’altro attraverso un senso già codificato, presunto neutrale e universale. Rivolgersi all’altro in quanto altro richiede parole inedite e in qualche maniera uniche, come è sempre nuovo e unico l’incontro con un altro. Richiede anche parole che esprimono, e si indirizzano, a un essere globale, con la propria sensibilità, il proprio corpo. Non si tratta dunque di ripetere un discorso già esistente, ma di creare un dire vivo, direi poietico, che chiama l’altro ad entrare in relazione qui e ora. La parola allora si fa gesto, un gesto che tocca l’altro e lo implica, pur rispettando la sua singolarità. Il che esige che sia mantenuto, in se stessi e fra i due, un silenzio che preservi la dualità dei mondi e delle soggettività, e fornisca un luogo dove possa nascere una parola nuova.
(Luce Irigaray)

martedì 21 maggio 2019

Lucio Anneo Seneca

C’è un tempo per capire, un tempo per scegliere, un altro per decidere.
C’è un tempo che abbiamo vissuto, l’altro che abbiamo perso e un tempo che ci attende.
Lucio Anneo Seneca

sabato 15 dicembre 2018

Umberto Galimberti

Non ci innamoriamo infatti di chiunque, ma solo di chi intercetta l'altra parte di noi stessi e quindi ci svela.
— Umberto Galimberti

Le cose dell'amore

Il desiderio non sa cosa vuole. E’ un atto infondato che trova insopportabile ogni gesto della ripetizione volto a confermare se stesso. Come una forza incontrollata irrompe nella stabilità dell'ordine, producendo nel senso, da tempo codificato, quel contro-senso che fa ruotare i discorsi senza immobilizzarli intorno a un dispositivo reale.
Il desiderio a differenza dell'amore, che vuole costruzione e stabilità, è un movimento verso un punto di perdita. Non produce un altro linguaggio parallelo, autonomo o alternativo a quello dell'amore, ma solo eventi il più delle volte tra loro irrelati, che mirano alla dissoluzione di tutto ciò che pretende di porsi come unico, come esemplare, come subordinante la ricchezza e la varietà del molteplice. Per questo, nel suo impulso, il desiderio non predispone una risposta e non contiene una soluzione. Non si lascia presiedere da alcuna logica.
Estraneo a ogni logica, il desiderio gioca, ma il suo gioco non ha regole, perché le regole sono la negazione del gioco, servono all'esclusione, al “fuori gioco”.
Umberto Galimberti, Le cose dell'amore

domenica 4 novembre 2018

Consigli di lettura

Montse Barderi,giornalista e scrittrice catalana e specialista in comunicazione, espone un concetto principe: non ha senso vivere nella sofferenza illudendosi che tutto cambierà. Accontentandosi delle briciole di un sentimento che vorremmo completo. Fondamentale appurare se l'altro sia nobile e si preoccupi per te .

venerdì 22 giugno 2018

Friedrich Nietzsche

Sono le parole più silenziose, quelle che portano la tempesta. Pensieri che incedono con passi di colomba guidano il mondo.

Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra

sabato 2 settembre 2017

Eraclito

Ogni giorno,
quello che scegli,
quello che pensi
e quello che fai,
è ciò che diventi.
Eraclito.

sabato 22 luglio 2017

Umberto Galimberti

L’amore si sa, è una storia a due, dove entrambi per una stagione hanno aderito agli inganni di eros. E la possibilità di essere vittime di un tradimento deve essere messa in conto nel giorno stesso in cui ci si incanta per amore, perchè il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte. Solo gli amanti, infatti, possono tradirsi. Ignorarlo è infantile, e dice di noi che siamo rimasti ancora in quella condizione in cui, nei primi anni della nostra vita, abbiamo sperimentato quell’amore incondizionato che è proprio delle madri e dei padri, ma mai degli amanti.
Io sto con Joseph Conrad là dove dice: “Tradire. Parola grossa: che significa tradimento? Di un uomo si dice che ha tradito il paese, gli amici, l’innamorata. In realtà l’unica cosa che l’uomo può tradire è la sua coscienza.” 
E sia la vendetta sia il perdono sono senz’altro tradimenti della coscienza.
Un antidoto alla nostalgia
- Umberto Galimberti 


mercoledì 21 settembre 2016

Schopenhauer

Ammirate, se volete, i procedimenti dell'amore; ma non dimenticate che esso non pensa che a colmare i vuoti, a riparare le brecce, a mantenere l'equilibrio tra le provviste e la spesa, a tenere sempre abbondantemente popolata la stalla in cui il dolore e la morte recluteranno presto le loro vittime
— L’arte di insultare - Schopenhauer

mercoledì 3 agosto 2016

Umberto Galimberti

Non si dà amore senza possibilità di tradimento, come non si dà tradimento se non all'interno di un rapporto d'amore. A tradire infatti non sono i nemici e tanto meno gli estranei, ma i padri, le madri, figli, i fratelli, gli amanti, le mogli, i mariti, gli amici. Solo loro possono tradire, perché su di loro un giorno abbiamo investito il nostro amore. Il tradimento appartiene all'amore come il giorno alla notte.
—  Umberto GalimbertiLe cose dell'amore