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domenica 20 luglio 2014

Da "Le foglie morte",di Jacques Prévert



...È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano, piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.

 Jacques Prévert 


mercoledì 14 maggio 2014

Poesia senza titolo, di Jacques Prèvert

Poesia senza titolo di Jacques Prévert
Un uomo e una donna 
non si sono mai visti
Vivono ben lontani l’uno dall’altra 
in diverse città 
Un giorno leggono
la stessa pagina in uno stesso libro
nel medesimo tempo
e medesimo secondo
del primo minuto
della loro ultim’ora
esattamente.


venerdì 11 aprile 2014

Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977)

Jacques Prévert nasce il 4 febbraio 1900 a Neuilly-sur-Seine nel dipartimento della Hauts-de-Seine, in un ambiente piccolo borghese e molto devoto. È il secondo figlio di Suzanne Catusie e André Prévert. Dopo un periodo di difficoltà economiche e conseguenti spostamenti il padre verrà assunto all'Office central des Pauvres di Parigi. Il piccolo Jacques accompagnerà a volte il padre nelle visite alle famiglie dei quartieri più poveri scoprendo così la miseria dei quartieri popolari che gli sembreranno una grande festa triste senza musica che non finisce mai (e non possono non tornare alla mente le scene del film di Marcel Carné, Les enfants du paradis) e facendo nascere in lui un sentimento di simpatia verso la classe dei lavoratori come risposta emotiva alla scoperta delle ineguaglianze della società.
Fin dall'infanzia è affascinato dalla lettura e dal teatro che frequenta assiduamente accompagnato dal padre il quale, anche quando si trova in preoccupanti situazioni economiche, riesce comunque, grazie alle sue amicizie, a offrire ai suoi figli, Jacques e Pierre, una serata a teatro o al cinema, donando loro una visione incantata dell'infanzia anche nei momenti difficili e rinsaldando il rapporto tra i due fratelli che in futuro avrebbero condiviso amicizie, idee e collaborato alla realizzazione dei film di cui Pierre è il regista e Jacques lo sceneggiatore. Intollerante alla disciplina scolastica abbandona la scuola a 14 anni dopo aver conseguito il diploma di terza media (certificat d'étude primaires). Da questo momento comincerà a fare vari lavoretti per vivere fino al 1920 quando inizia il servizio militare dapprima a Lunéville dove conosce Yves Tanguy e poi a Istanbul dove stringe amicizia con Marcel Duhamel. Il ritorno a Parigi nel 1922 è difficile ma allo stesso tempo gioioso,Yves Tanguy e Jacques Prévert, assieme al fratello minore Pierre, che diventerà regista, vengono ospitati da Marcel Duhamel in una casa al 54 di Rue du Château a Montparnasse. La casa diventarà presto il punto di ritrovo di molti esponenti del movimento surrealista: André Breton, Antonin Artaud, Raymond Queneau, Louis Aragon, Robert Desnos. I legami con i surrealisti sono molto intensi negli anni 1925-1929, periodo in cui il poeta partecipa a numerose manifestazioni politiche. Nel marzo del 1929 viene pubblicato un pamphlet dal titolo "Un cadavere" che contiene un articolo di Jacques Prévert dal titolo provocatorio "Mort d'un monsieur" in cui il poeta si esprime molto criticamente nei confronti di André Breton denunciandone l'autoritarismo. Il pamphlet segnerà la definitiva rottura con Breton e l'allontanamento dal gruppo dei surrealisti. Nel 1931 pubblica sulla rivista Commerce, a cui contribuisce anche Ungaretti, il Tentativo di descrizione di un banchetto a Parigi, Francia (Tentative d'un description d'un diner de têtes à Paris, France).
Nel 1932 il Gruppo Ottobre, compagnia teatrale il cui nome fa riferimento alla rivoluzione dell'ottobre 1927, che ha l'intento di mettere in scena testi legati all'attualità politica da presentare anche nelle fabbriche in sciopero è in cerca di un autore che rediga tali testi in modo da richiamare un pubblico popolare. Jacques Prévert è l'autore perfetto e si impegnerà nel gruppo tra il 1932 e il 1936. Nel 1933 il Gruppo Ottobre metterà in scena a Mosca un testo di Prévert, La Battaile de Fontenoy, in occasione della Olimpiade del Tetro Operaio, l'autore parteciperà anche come attore. In questo periodo Prévert scrive anche sceneggiature per il cinema, collaborando con Jean Renoir per cui scrive la sceneggiatura di Le crime de monsieur Lange del 1935 e lungamente con Marcel Carné scrivendo le sceneggiature di Quai des brumes, 1938, Le jour se lève, 1939, Les visiteurs du soir, 1942, Les enfants du paradis, 1943, Les portes de la nuit, 1946. Ha collaborato anche con il fratello Pierre scrivendo le sceneggiature dei film L'affaires est dans le sac (1932), Adieu Lèonard (1943) e Voyage-Surprise (1946).
Nel 1945 Prévert pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Paroles che sarà benevolmente accolta dalla critica. Gaetan Picon scrive dopo la sua uscita che Prevert è l'unico poeta autentico del momento che è riuscito a superare le barriere del pubblico specializzato rivolgendosi a tutti. Anche le successive raccolte poetiche, Spectacle (1949), La Pluie et le Beau Temps (1955), Choses et Autres (1972), riscuoteranno un notevole successo.Tra gli anni 1945 e 1947 Prévert riprende la sua attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Pablo Picasso. Nel 1948, cade da una finestra degli uffici della Radio e precipita sul marciapiede dei Champs-Elysées rimanendo in coma per diverse settimane. Ripresosi si trasferisce con la moglie e la figlia a Saint-Paul de Vence, dove rimane fino al 1951. Scrive nel frattempo un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte
Il ritorno definitivo a Parigi è del 1955. Pubblica una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps e comincia a dedicarsi alla creazione di collage che esporrà nel 1957 alla galleria Maeght a Saint-Paul de Vence. Nel 1956 il poeta pubblica il volume Miró con G. Ribemont-Dessaignes, con delle riproduzioni di opere di Mirò. Nel 1963 pubblica un nuovo volume di poesie, Histoires, et d'autres histoires. Nel 1966 esce l'opera Fatras, con 57 suoi collages.
Gli ultimi anni li trascorre nella sua dimora di Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, dove conduce una vita ritirata ricevendo solamente alcuni dei suoi più cari amici, come Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, il regista Joseph Losey, l'attore Serge Reggiani e pochi altri. L'11 aprile 1977 Prévert muore a Omonville-la-Petite, di cancro al polmone.


martedì 4 febbraio 2014

Le poesie di Prévert, tra i libri sul mio comodino

Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo e cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando e buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d'occhio
Perché noi lo tenevamo d'occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt'intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
E' il tuo amore
E' il mio amore
E' quel che e stato
Questa cosa sempre nuova
Che non e mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l'estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l'ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov'eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t'abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.
Jacques Prévert

Les enfants qui s'ament, Jacques Prévert


I ragazzi che si amano si baciano 
in piedi contro le porte della notte
I passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
E se qualcosa trema nella notte
Non sono loro ma la oro ombra
Per far rabbia ai passanti
Per far rabbia disprezzo invidia riso
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Sono altrove lontano più lontano della notte
Più in alto del giorno
Nella luce accecante del loro primo amore.
Jacques Prévert

Primo giorno, di Jacques Prévert


Lenzuola bianche in un armadio
Lenzuola rosse in un letto
Un figlio in una madre
La madre nei dolori
Il padre davanti alla stanza
La stanza nella casa
La casa nella città
La città nella notte
La morte in un grido
E il figlio nella vita.
Jacques Prévert 

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-16341>

Jacques Prévert

Nato il 4 febbraio 1900 a Neully, nella periferia di Parigi,  Jacques Prévert fa esperienza di tutto: jazz, alcolici, cultura delle più diverse origini. Legato al movimento surrealista, pur senza identificarvisi,debutta nel '30 su varie riviste,prima di riunire le sue prime poesie nella raccolta "Parole" (1946). Scrive contemporaneamente per il Teatro Operaio, sceneggiatura cinematografiche per l'amico regista Jean Renoir e, più tardi, il soggetto del film "Porto delle nebbie", interpretato da Jean Gabin. Compone nel frattempo anche i testi di alcune canzoni musicate da Jospeh Kosma, che Juliette Gréco eYves Montand contribuiranno a rendere famose nel mondo. Il volume "Storie e altre storie"     (1963)è il suo ultimo lavoro. Muore l'11 aprile 1977, di cancro al polmone.



Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977)

Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango.Ma quelli che non amano nè il cane nè il fango quelli no, non si possono lavare. 
- Jacques Prevért

Pater noster, di Jacques Prévert


Notre Père qui êtes aux cieux 
Restez-y 
Et nous nous resterons sur la terre 
Qui est quelquefois si jolie 
Avec ses mystères de New York 
Et puis ses mystères de Paris 
Qui valent bien celui de la trinité
Avec son petit canal de l'Ourcq 
Sa grande muraille de Chine 
Sa rivière de Morlaix 
Ses bêtises de Cambrai 
Avec son Océan Pacifique 
Et ses deux bassins aux Tuileries 
Avec ses bons enfants et ses mauvais sujets 
Avec toutes les merveilles du monde 
Qui sont là 
Simplement sur la terre 
Offertes à tout le monde 
Éparpillées 
Émerveillées elles-même d'être de telles merveilles 
Et qui n'osent se l'avouer 
Comme une jolie fille nue qui n'ose se montrer 
Avec les épouvantables malheurs du monde 
Qui sont légion 
Avec leurs légionnaires 
Aves leur tortionnaires 
Avec les maîtres de ce monde 
Les maîtres avec leurs prêtres leurs traîtres et leurs reîtres 
Avec les saisons 
Avec les années 
Avec les jolies filles et avec les vieux cons 
Avec la paille de la misère pourrissant dans l'acier des canons.

Il giardino, di Jacques Prévert

Mille anni e poi mille 
Non possono bastare 
Per dire 
La microeternita' 
Di quando m' hai baciato 
Di quando t' ho baciata 
Un mattino nella luce dell' inverno 
Al Parc Montsouris a Parigi 
A Parigi 
Sulla terra 
Sulla terra che e' un astro. 


Il tenero e rischioso volto dell'amore, di Jacques Prévert

Il tenero e rischioso volto dell'amore 
m'è apparso la sera 
di un giorno troppo lungo 
Forse era un arciere con l'arco 
o forse un musicista con l'arpa 
Io non so più 
io non so nulla 
Tutto quel che so 
è che m'ha ferita 
forse con una freccia 
forse con un canto 
Tutto quel che so 
è che m'ha ferita 
e ferita al cuore e per la vita 
Scottante oh scottante ferita dell'amore.

Jacques Prévert
                                                  Jacques Prévert and Jacqueline Laurent, Paris 1937 

Sono quella che sono, di Jacques Prévert

Sono quella che sono 
Sono fatta così 
Se ho voglia di ridere 
Rido come una matta 
Amo colui che m'ama 
Non è colpa mia 
Se non e sempre quello 
Per cui faccio follie 
Sono quella che sono 
Sono fatta così 
Che volete ancora 
Che volete da me 
Son fatta per piacere 
Non c'e niente da fare 
Troppo alti i miei tacchi 
Troppo arcuate le reni 
Troppo sodi i miei seni 
Troppo truccati gli occhi 
E poi 
Che ve ne importa a voi 
Sono fatta così 
Chi mi vuole son qui 
Che cosa ve ne importa 
Del mio proprio passato 
Certo qualcuno ho amato 
E qualcuno ha amato me 
Come i giovani che s'amano 
Sanno semplicemente amare 
Amare amare... 
Che vale interrogarmi 
Sono qui per piacervi 
E niente può cambiarmi. 

Jacques Prévert 


                                      Jacques Prévert and Ida Chagall, Saint-Paul-de-Vence, 1953 
                                         

Immenso e rosso, di Jacques Prévert

Immenso e rosso
Sopra il Grand Palais
Il sole d'inverno viene
E se ne va 
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Amore mio
Bellezza mia
E ti ritroverà
Là dove tu sarai. 


giovedì 30 gennaio 2014

Pour toi mon amour...



Je suis allé au marché aux oiseaux
Et j'ai acheté des oiseaux
Pour toi
Mon amour

Je suis allé au marché aux fleurs
Et j'ai acheté des fleurs
Pour toi
Mon amour

Je suis allé au marché à la ferraille
Et j'ai acheté des chaînes
De lourdes chaînes
Pour toi
Mon amour

Et je suis allé au marché aux esclaves
Et je t'ai cherchée
Mais je ne t'ai pas trouvée
Mon amour

(Jacques Prévert)


mercoledì 15 gennaio 2014

Le foglie morte

Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
i giorni felici del nostro amore
Com’era più bella la vita
E com’era più bruciante il sole
Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto
nella più fredda notte che dimentica
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti
Le foglie morte cadono a mucchi
e come loro i ricordi, i rimpianti
Ma il mio fedele e silenzioso amore
sorride ancora, dice grazie alla vita
Ti amavo tanto, eri così bella
Come potrei dimenticarti
Com’era più bella la vita
e com’era più bruciante il sole
Eri la mia più dolce amica…
Ma non ho ormai che rimpianti
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.
Jacques Prévert