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martedì 28 aprile 2020

Sylvia Plath

Breve appunto: a me stessa.
E’ ora di darmi una controllata.
Ho vagato in giro lugubre, tetra, triste.
Adesso è ora che mi ricostruisca dentro,
che mi dia spina dorsale,
anche se fallisco.
Sylvia Plath

martedì 31 luglio 2018

Sylvia Plath

"Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e fibra;
...fammi imparare, attraverso questa disperazione,
a distribuirmi:
 a sapere dove e a chi dare:
 a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie.
A non essere amara.
Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole."
(Diari, Sylvia Plath)

venerdì 11 agosto 2017

Sylvia Plath

Esci e fai qualcosa.
Non è la tua stanza che è una prigione, lo sei tu.

Sylvia Plath

martedì 8 agosto 2017

Sylvia Plath

Prima di donare il mio corpo, devo donare i miei pensieri, la mia mente, i miei sogni. 
E tu non volevi nessuna di queste cose.
Sylvia Plath


venerdì 4 agosto 2017

Sylvia Plath

Seduta su uno scoglio
in Cornovaglia
dovrei pettinarmi le chiome.
Vestirmi da tigre.
Avere una relazione.
Dovremmo incontrarci nell’aria
in altra vita e situazione,
Io e te.
Sylvia Plath

lunedì 26 giugno 2017

Sylvia Plath

"Bisogna che tu faccia ancora questa cosa per me. Distruggi la tua immagine, e strappamela via di dosso."
— Sylvia Plath, Diari


giovedì 24 aprile 2014

Sylvia Plath

Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare: a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole.
Sylvia Plath Diari

martedì 11 febbraio 2014

Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963)

"Mi accontento di questo: darti appuntamento nell'aria, farti sedere accanto a me sullo scoglio, anche se non ci sei".
- Sylvia Plath







Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963)

"Posso scegliere se essere costantemente attiva e felice o introspettivamente passiva o triste. Oppure diventare pazza rimbalzando da un umore all'altro"
-Sylvia Plath, Diari





Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963)

"E allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d'argento.
Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi.
Apri gli occhi [...] Lascia che la vita accada".
- Sylvia Plath







Nessuno ha il potere di curarti tranne te stessa


Nessuno ha il potere di curarti, tranne te stessa.
Mi devo rassegnare all'idea nuda e cruda che, pur con tutto l'entusiasmo possibile, pur con la convinzione che il carattere sia il destino, niente è reale, passato o futuro, quando sei sola in camera tua, sola con il ticchettio dell'orologio che rimbomba nello scintillio falsamente allegro della luce elettrica.
E se non ha né passato né futuro, che a ben vedere costituiscono il presente, allora puoi benissimo sbarazzarti del guscio vuoto del presente e suicidarti.
Ma la fredda, razionale materia grigia che ho nel cranio e che ripete a pappagallo "penso, dunque sono" mi sussurra che ci sono sempre un'alternativa, un miglioramento, una nuova svolta.
Così aspetto.
A cosa serve un certo fascino?
A garantirsi una sicurezza temporanea?
A cosa serve il cervello?
Semplicemente a dire:
"Ho visto, ho compreso"?
Oh, si, mi odio perchè non sono scesa di sotto senza  tante storie a cercare conforto in mezzo alle altre.
Mi odio perchè me ne sto seduta qui a lacerarmi per non so nemmeno io che cosa dentro di me.
Me ne sto qui, fascio di ricordi del passato e di sogni futuri racchiuso in un fascio di carne passabile.
Annientare il mondo annientando se stessi è l'apice illusorio di un egoismo disperato, la più comoda via d'uscita da ogni piccolo vicolo cieco sulle cui pareti di mattoni ci spezziamo le unghie.
Smettila di pensare egoisticamente a rasoi e autolesioni e a uscire e farla finita.
 Non è la tua stanza la prigione. Sei tu. Nessuno ha il potere di curarti tranne te stessa. 
- Sylvia Plath






Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963)


Quello che mi spaventa di più, credo, è la morte dell'immaginazione. Quando il cielo lassù è solo rosa e i tetti solo neri: quella mente fotografica che paradossalmente dice la verità, ma una verità senza valore, sul mondo. Io desidero quello spirito di sintesi, quella forza " plasmante" che germoglia, prolifica e crea mondi suoi con più inventiva di Dio. Se sto seduta ferma e non faccio niente, il mondo continua a battere come un tamburo lento, senza senso. Dobbiamo muoverci, lavorare, fare sogni da realizzare; la povertà della vita senza sogni è troppo orribile da immaginare: è il peggior tipo di pazzia.
Sylvia Plath, 25 Febbraio 1956 ( dai Diari)