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sabato 12 maggio 2018

La mediocrità del silenzio

Non lo posso sopportare che due persone non si parlino.
Che non si parlino più. Un uomo e una donna che si amavano per giunta. Gente che si scambiava telefonate roventi o anche solo appassionate durante la notte sbancando i centralini poco tempo prima. Non lo sopporto.
Che mancanza di curiosità, di sensibilità, che buio, che cecità, che vera decadenza.
Qualcuno si trincera dietro un silenzio ottuso, altri (altre) non danno notizie di sé forse confidando nell'antico, nefasto effetto dell'assenza che è una vera aggressione. Bisogna aver molto amato una persona per diventarne nemico a tal punto.
Siamo un antico popolo di scaltri diplomatici, nessuno quanto noi è maestro nell'arte della mediazione, del conferire pesi differenti alle parole a seconda delle circostanze; siamo farmacisti, siamo alchimisti. Però, che meraviglia!
E invece no; tentiamo tristi braccio di ferro, ostentiamo indifferenza e fingiamo durezza, siamo inclini alla fuga, alla vigliaccheria, all'allontanamento.
No, è necessario parlare, anche quando le idee si fanno confuse (è di rapporti d'amore che stiamo trattando), quando si diventa differenti da noi stessi, peggiori, e non ci si riconosce più.
Anche quando si ritiene che “qualcuno” ci abbia rapinato, scippato il nostro sentimento, le idee migliori, i segreti e la vita, tutto. Eh no, cazzo! Bisogna riprendere in mano quei telefoni, volare ancora in macchina di notte da una città all'altra, se necessario, a combattere la mediocrità del silenzio, l'astio, l'orgoglio, la convinzione di avere in tutto ragione.
Ragione di che!? L'amore è sangue che scorre e che gonfia muscoli e vene, chi se ne frega dell'orgoglio, eppoi tutto finisce da sé senza bisogno che noi uomini e donne poveri diavoli ci diamo tanto da fare per squilibrare i pesi di quello che davvero vogliamo e sentiamo. Non si mettano contro, non diventino nemici almeno quelli che si amano (e lo sanno), non perdano tempo, non peggiorino e non diseduchino se stessi; abbiamo già fin troppe battaglie se non vere e proprie guerre da combattere fuori di noi stessi, nel mondo di tutti i giorni.
Basta una telefonata notturna, una sorpresa, anche solo una parola, basterebbe una breve lettera se fossimo ancora capaci di scrivere e non lo siamo.
Un atto di ragionevolezza, un atto di umiltà, sarebbero così necessari. Sarebbe forse vero coraggio. Viviamo invece di atti di orgoglio, cioè di rinuncia; ci chiudiamo da soli alle spalle la porta della nostra cella e per maggior sicurezza ingoiamo la chiave.
Che stupidi, basterebbe parlare. Uomini e donne intendo, ragazzi e ragazze, in ogni tempo e luogo, in qualsiasi circostanza e senza reticenze né giustificazioni.
Non lo posso sopportare che due persone non si parlino.
Almeno quelli che si amano (e lo sanno) facciano qualcosa.
La mediocrità del silenzio – Ivano Fossati

mercoledì 21 settembre 2016

Ivano Fossati

E prendiamola tra le braccia
questa vita danzante,
questi pezzi d'amore caro,
quest'esistenza tremante
che sono io e che se tu,
che sono io e che sei tu…

Ivano Fossati, La canzone popolare

Ivano Fossati

La costruzione di un amore 
spezza le vene delle mani 
mescola il sangue col sudore 
se te ne rimane
La costruzione di un amore 
non ripaga del dolore 
è come un'altare di sabbia 
in riva al mare
La costruzione del mio amore 
mi piace guardarla salire 
come un grattacielo di cento piani 
o come un girasole
Ed io ci metto l'esperienza 
come su un albero di Natale 
come un regalo ad una sposa 
un qualcosa che sta lí 
e che non fa male
E ad ogni piano c'è un sorriso 
per ogni inverno da passare 
ad ogni piano un Paradiso 
da consumare
Dietro una porta un po’ d'amore 
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore 
per quando vorrai buttare via 
la mia sola fotografia
E intanto guardo questo amore 
che si fa piú vicino al cielo 
come se dopo tanto amore 
bastasse ancora il cielo
E sono qui 
e mi meraviglia 
tanto da mordermi le braccia, 
ma no, son proprio io 
lo specchio ha la mia faccia
Sono io che guardo questo amore 
che si fa più vicino al cielo 
come se dopo l'orizzonte 
ci fosse ancora cielo
E tutto ció mi meraviglia 
tanto che se finisse adesso 
lo so io chiederei 
che mi crollasse addosso
E la fortuna di un amore 
come lo so che può cambiare 
dopo si dice l'ho fatto per fare 
ma era per non morire
Si dice che bello tornare alla vita 
che mi era sembrata finita 
che bello tornare a vedere 
e quel che è peggio è che è tutto vero 
perché
La costruzione di un amore 
spezza le vene delle mani 
mescola il sangue col sudore 
se te ne rimane
La costruzione di un amore 
non ripaga del dolore 
è come un'altare di sabbia 
in riva al mare
E intanto guardo questo amore 
che si fa piú vicino al cielo 
come se dopo tanto amore 
bastasse ancora il cielo
E sono qui 
e mi meraviglia 
tanto da mordermi le braccia, 
ma no, son proprio io 
lo specchio ha la mia faccia
Sono io che guardo questo amore 
che si fa grande come il cielo 
come se dopo l'orizzonte 
ci fosse ancora cielo
E tutto ció mi meraviglia 
tanto che se finisse adesso 
lo so io chiederei 
che mi crollasse addosso

Ivano Fossati, La costruzione di un amore

Ivano Fossati

C'è un tempo che ci siamo perduti… Come smarrire un anello in un prato, e c'era tutto un programma futuro che non abbiamo avverato
— “C'è tempo” Ivano Fossati