lunedì 9 gennaio 2017

Simone de Beauvoir

"Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell'uomo malsicuro della propria virilità."
— Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, 1949

Zygmunt Bauman

“Connettersi con altre persone on line è molto semplice, non lo è invece nel mondo reale. In rete ‘l’altro’ è sempre presente, c’è sempre uno ‘spazio’ dove poter entrare in contatto con lui o con lei. L’effetto inaspettato è che si tratta di connessioni molto fragili, che è facile spezzare: non si hanno bisogno di scuse per interrompere una relazione, basta semplicemente ignorare”.
Zygmunt Bauman

Zygmunt Bauman

"La differenza tra la comunità e la rete è che si appartiene alla comunità, ma la rete appartiene a voi. È possibile aggiungere amici e eliminarli, è possibile controllare le persone con cui siamo legati. La gente si sente un po’ meglio, perché la solitudine è la grande minaccia in questi tempi di individualizzazione. Tuttavia nella rete è così facile aggiungere o eliminare gli amici che non abbiamo bisogno di abilità sociali. Queste si sviluppano quando sei per strada, o sul posto di lavoro, e incontri persone con le quali devi avere un’interazione ragionevole. Devi affrontare le difficoltà di coinvolgerli in un dialogo I social network non insegnano il dialogo, perché è così facile evitare le polemiche… Molte persone usano i social network non per unire e per ampliare i propri orizzonti, ma piuttosto, per bloccarli in quelle che chiamo zone di comfort, dove l’unico suono che sentono è l’eco della propria voce, dove tutto quello che vedono sono i riflessi del proprio volto. Le reti sono molto utili, danno servizi molto piacevoli, però sono una trappola”.
Zygmunt Bauman

Zygmunt Bauman

La tentazione è un'imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente.

— Zygmunt Bauman

Zygmunt Bauman

“La nostra vita è un'opera d'arte - che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo - come un'artista, quale che sia la sua arte - porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la sera portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile. E possiamo solo sperare - senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe - di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida.”
Zygmunt Bauman

Zygmunt Bauman

Da quando è stata, per così dire, scambiata in moneta spicciola, la morte si è come banalizzata, perdendo molta della sua gravità. Oggi essa bussa alla nostra porta tutti i giorni per ventiquattro ore al giorno sotto mille vesti diverse: grassi animali; listeriasi da uova infette; dolci ricchi di colesterolo; sesso senza preservativo; fumo di sigaretta; asma da acari della polvere; batteri e virus annidati nell'acquaio; smog da benzine con piombo; smog da benzine senza piombo e quindi ricche di benzene; acqua senza fluoro; acqua potabile trattata al fluoro; poco esercizio fisico; troppo esercizio fisico; eccesso di cibo; eccesso di diete dimagranti; troppo ozono nell'aria; allargamento del buco dell'ozono… In compenso, oggi tutti sanno come barricare la porta con serrature appositamente studiate, oppure come sostituire le serrature inefficaci che non hanno impedito l'effrazione: il mercato ne offre in continuazione di sempre più moderne e perfezionate.
— Zygmunt Bauman, “Il disagio della postmodernità”

Zygmunt Bauman

"Il terreno su cui poggiano le nostre prospettive di vita è notoriamente instabile, come sono instabili i nostri posti di lavoro e le società che li offrono, i nostri partner e le nostre reti di amicizie, la posizione di cui godiamo nella società in generale e l'autostima e la fiducia in noi stessi che ne conseguono.” 
Zygmunt Bauman