martedì 20 ottobre 2015

Seurat - Van Gogh - Mondrian

SEURAT-VAN GOGH-MONDRIAN. IL POST-IMPRESSIONISMO IN EUROPA

28-10-2015 - 13-03-2016
Genere
Arte contemporanea
Struttura
Palazzo della Gran Guardia
Piazza Bra
37100 Verona (Verona)
Info
045 8538186
Costo: 12,50€ - 14,50€
Note
Prezzi comprensivi di prevendita

Isabella Borghese


"Io lo so che le donne si muovono per motivazioni inaccessibili qualche volta. Il loro star mute, quello che a noi può sembrare tanto banale e privo di senso, per una donna può nascondere volumi interi di significati".


- Isabella Borghese, Gli amori infelici non finiscono mai

Elsa Morante

E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l'ultimo Altro, anzi l'unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d'amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all'indecenza.

Elsa Morante, Aracoeli

Christa Wolf

Gli vidi il viso solo per un attimo, quando con un soffio spense la fiamma che nuotava in un bagno d’olio accanto alla porta. Il nostro segno di riconoscimento fu e rimase la sua mano sulla mia guancia, la mia guancia nella sua mano. Ci dicemmo poco più che i nostri nomi, non avevo mai udito una poesia d’amore più bella. Enea Cassandra. Cassandra Enea. Quando la mia pudicizia incontrò la sua timidezza, i nostri corpi persero ogni freno. Non avrei mai potuto immaginare come avrebbero risposto le mie membra alle domande delle sue labbra, quali sconosciute sensazioni mi avrebbe donato il suo odore. E di che voce sarebbe stata capace la mia gola.

Christa Wolf, Cassandra

Julio Cortazàr

Ti amo per le ciglia, per i capelli, ti dibatto nei corridoi
bianchissimi dove si giocano le fonti delle luci,
ti discuto a ogni nome, ti svelo con delicatezza di cicatrice,
ti metto sui capelli ceneri di lampo
e nastri che dormivano nella pioggia.
Non voglio che tu abbia una forma, che tu sia
esattamente ciò che è dietro la tua mano,
perché l’acqua, considera l’acqua, e i leoni
quando si dissolvono nello zucchero della favola,
e i gesti, questa architettura del nulla,
che accendono le loro lampade a metà dell’incontro.
Ogni mattina è la lavagna dove ti invento e ti disegno,
pronto a cancellarti, così non sei, neppure con questi
capelli lisci, questo sorriso.
Cerco la tua somma, il bordo della coppa dove il vino
è anche la luna e lo specchio,
cerco questa linea che fa tremare un uomo
in una galleria di museo.
Per di più ti amo, e fa tempo e freddo.

— Julio Cortàzar, Poema (Le ragioni della collera)