mercoledì 30 aprile 2014

L'omino della gru

L’omino della gru
Filastrocca di sotto in su
per l’omino della gru.
Sotto terra va il minatore
dov’è buio a tutte l’ore;
lo spazzino va nel tombino,
sulla terra sta il contadino,
in cima ai pali l’elettricista
gode già una bella vista,
il muratore va sui tetti
e vede tutti piccoletti…
ma più in alto, lassù lassù,
c’è l’omino della gru:
cielo a sinistra e cielo a destra
e non gli gira mai la testa.
(Gianni Rodari)

Lutto nel mondo del cinema, è morto Bob Hoskins

È morto a 71 anni l’attore britannico Bob Hoskins, il celebre detective di  "Roger Rabbit", a causa di una polmonite.

Era de maggio

Inno del primo maggio
Testo di Pietro Gori

Umberto Galimberti

"Tutta questa riserva di forza e potenza che ogni società dispone, in Italia non viene utilizzata. La si parcheggia nelle università, nel precariato, nella disoccupazione, nella mancanza di futuro, per consentire agli anziani arrivati di proseguire nelle loro pratiche di potere fino alla morte. Pratiche ripetitive, senza inventiva, pura gestione dell'esistente condite con tanta retorica. E allora dei giovani si mette in mostra solo la bellezza, spesso accompagnata da analfabetismo, si mette in mostra il gesto atletico, in una parola: il corpo. La loro mente, la loro iniziativa, il loro coraggio, il loro volontariato, la loro voglia di futuro viene assopita, mortificata, messa in disparte, trascurata. Si aspetta, come diceva Cavour, che da rivoluzionari diventino conservatori. Si assestino nel loro benessere individuale quando riescono a raggiungerlo, in modo che la società non abbia sussulti e prosegua nel suo ineluttabile declino, che non preoccupa la gerontocrazia al potere perché il declino o addirittura la fine avverrà dopo la loro morte. Purtroppo le vite individuali sono troppo brevi perché si possano far carico davvero della vita o della morte della società che al momento governano. E se fosse proprio qui il male oscuro del nostro”.
(Umberto Galimberti)


Édouard Manet





Édouard Manet (Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883)


É. Manet, Colazione sull’erba (1863). Musée d’Orsay

Il Roseto di Roma Capitale

Il Roseto di Roma Capitale è un giardino situato presso il Circo Massimo.
Fu istituito nel 1931 sul colle Oppio, presso il Colosseo, su decisione del Governatore di Roma principe Francesco Boncompagni Ludovisi su sollecitazione della contessa Mary Gayley Senni, costituito da circa 300 piante, dove era presente già una raccolta di rose provenienti dal Vivaio del Governatorato. Nel maggio 1933 fu istituito il Premio Roma per le Nuove Varietà di Rose un premio per le nuove varietà o ibridi. La contessa Mary Gayley Senni fu la curatrice delle varie edizioni e fece parte della Giuria fino al 1954 in rappresentanza dell'American Rose Society. Il roseto andò distrutto durante la seconda guerra mondiale.

L'area dove ora fiorisce il roseto - la Valle Murcia - era sede dal III secolo a.C. di un tempio di Flora, ed era poi rimasta agricola. Vi fu collocato dal 1645 il cimitero ebraico fino al 1934, e il sito era per ciò detto "Ortaccio degli Ebrei".
Il cimitero ebraico fu spostato nel 1934 in un settore del cimitero del Verano, e la zona fu occupata da "orti di guerra", per poi rimanere incolta. Nel 1950 il Comune, con l'accordo della Comunità ebraica decise di ricreare il roseto nell'area attuale. L'antica destinazione non fu però obliterata: i vialetti che dividono le aiuole nel settore delle collezioni formano in pianta il disegno di una menorah, il candelabro a sette braccia, e ai due ingressi venne posta una stele con le Tavole della Legge di Mosè che ne ricorda la passata destinazione, opera dell'architetto Angelo Di Castro.
In un'area di circa 10.000 m² in leggero declivio, divisa in due da via di Valle Murcia (aperta nel 1934), si trovano circa 1.100 diverse specie di rose. Nel settore più grande sono ospitate le varietà che permettono di tracciare l'evoluzione della rosa dall'antichità ad oggi, suddivise tra "rose botaniche", "rose antiche" e "rose moderne".

Di particolare importanza la collezione di "rose botaniche" e "rose antiche", la cui diffusione iniziò a declinare dopo l'inizio delle ibridazioni con le rose cinesi, importate a partire dagli inizi del XIX secolo, che diedero l'inizio alle numerosissime varietà delle "rose moderne".

Nella seconda sezione, più piccola, vengono ospitate le nuove varietà di rose appena create, inviate qui da tutto il mondo, che dopo una permanenza di due anni partecipano al concorso internazionale "Premio Roma" per nuove varietà.

Il parco è aperto al pubblico per l'intera giornata da maggio ad ottobre.


Lettera di Pio La Torre alla moglie Giuseppina

E' stata una lotta magnifica che tu hai affrontato tanto serenamente ed ora il nostro bimbo è una realtà viva e palpitante. Tutta la realtà nel suo sviluppo è una lotta continua di cui il protagonista in funzione attiva è ciò che nasce e che si vuole affermare. Lungo e doloroso è stato il parto attraverso cui nostro figlio è venuto alla luce. Nella stessa notte del 9 novembre all'Assemblea Regionale Siciliana si svolgeva una battaglia pure lunga e penosa a conclusione della quale veniva partorito un articolo importante della legge per la riforma agraria della Sicilia. Può essere simbolica l'eventuale coincidenza di un fatto che di per sé è tanto importante ma, a parte l'eventuale coincidenza, una cosa è chiara: nostro figlio è frutto di volontà, gioia, energia e di sacrifici. Egli è una forza nuova che si afferma, così, attraverso una lunga lotta dei contadini siciliani che incominciano a conquistare, palmo a palmo, la terra da lavorare. Noi, con i nostri ideali, siamo protagonisti di ambedue gli eventi. E proprio perché siamo protagonisti anche del nostro evento, la lotta dei contadini, di tutto il popolo per la terra e la libertà, che la nascita di nostro figlio è considerata dal nostro partito e dai nostri compagni più cari un grande evento. Noi dobbiamo essere orgogliosi di ciò. Qualche giorno prima che Filippo vedesse la luce tu mi scrivevi che la sua venuta avrebbe rappresentato un nuovo poderoso elemento di forza e di resistenza per noi. Siamo in tre a lottare, nostro figlio sta a dirci che nonostante tutto si va avanti. Ciò che deve nascere, viene alla luce e ciò che deve affermarsi finisce col vin­cere. Con questa certezza, in ogni momento potremo vin­cere ogni debolezza ed ogni eventuale smarrimento. Quando ti sentirai sola, potrai abbracciare il nostro bimbo. Quando mi sentirò preso dallo sconforto penserò più intensamente a te ed al nostro piccolo tesoro, e mi convincerò che la vita prevale sulla morte, e ciò che è nuovo distrugge ciò che è già invecchiato, e che alla fine nella storia prevale la verità.

(Lettera di Pio La Torre, segretario regionale del PCI siciliano, assassinato il 30 aprile 1982 a causa del suo forte impegno contro le mafie, alla moglie Giuseppina)

Accadde oggi

Ricorre oggi il 32esimo anniversario dell’assassinio di Pio La Torre, deputato del PCI che perse la vita nel corso di un agguato mafioso assieme al suo assistente Rosario Di Salvo. L’attentato alla vita di La Torre e di Di Salvo ebbe luogo a Palermo il 30 aprile del 1982 mentre, nella prima mattinata, il politico stava approssimandosi, in compagnia del collaboratore alla sede del PCI del capoluogo siciliano. L’automobile in cui i due viaggiavano fu raggiunta da una raffica di colpi di arma da fuoco a causa della quale conducente e passeggero morirono.

Sergio Leone (Roma, 3 gennaio 1929 – Roma, 30 aprile 1989)

La vita è un'attesa tra un esame e un altro.
- Sergio Leone

Sergio Leone (Roma, 3 gennaio 1929 – Roma, 30 aprile 1989)

« Quando scatta in me l'idea di un nuovo film ne vengo totalmente assorbito e vivo maniacalmente per quell'idea. Mangio e penso al film, cammino e penso al film, vado al cinema e non vedo il film ma vedo il mio.....Non ho mai visto De Niro sul set ma sempre il mio Noodles. Sono certo di aver fatto con lui "C'era una volta il mio cinema", più che "C'era una volta in America" »
(Sergio Leone)