lunedì 14 aprile 2014

Una sola stella nel firmamento. Io e mio figlio Federico Aldovrandi

  • Titolo: Una sola stella nel firmamento. Io e mio figlio Federico Aldrovandi
    Autori: Patrizia Moretti, Francesca Avon
  • DESCRIZIONE:
    Quella mattina Patrizia Moretti si sveglia nel cuore della notte. È preoccupata: suo figlio non è ancora rincasato. Poi sente un rumore nella sua stanza. Torna a dormire. È tranquilla ora. No: Federico non era nel suo letto. il suo corpo giaceva esanime sull'asfalto di via Ippodromo a Ferrara. Adesso Patrizia su quel letto vuoto va a sedersi spesso. Per riprendere fiato e riordinare le idee. Per recuperare le forze. In questi anni ha dovuto superare molte prove. Il primo referto di morte per overdose. La lotta per rompere il silenzio e l'indifferenza della gente. La battaglia per smascherare il tentativo di occultare le prove da parte delle istituzioni. Quando nessuno sembrava interessarsi alla morte di Federico. Diciotto anni, ucciso di botte in una sera qualunque da quattro poliziotti. E poi l'apertura del blog, i primi sostenitori, le dimostrazioni di solidarietà, l'Italia che finalmente vede. Le prime indagini, i processi, lo sguardo dei carnefici, le menzogne, le false testimonianze, gli insulti, le querele. E poi la manifestazione del Coisp, il sindacato di polizia, proprio sotto l'ufficio di Patrizia: solidarietà ai quattro agenti. Fino alla fine Patrizia ha rivendicato giustizia. Fino alla condanna degli imputati, al pubblico riconoscimento della loro colpa. L'unica cosa che potesse riscattare il ricordo di Federico e restituire verità. L'unica cosa che potesse finalmente renderle il respiro...

Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011)

Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il Manifesto e per il blog ed è un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.” 
- Vittorio Arrigoni

Gianni Rodari

Nel paese della bugia la verità è una malattia.
- Gianni Rodari


Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare, 
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
nè di giorno nè di notte,
nè per mare nè per terra:
per esempio, la guerra.
Gianni Rodari

Gianni Rodari

Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura.
 
1. Presentare il libro come una alternativa alla TV
2. Presentare il libro come alternativo al fumetto
3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni
5. Dar la colpa ai bambini se non amano la lettura
6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura
7. Rifiutarsi di leggere al bambino
8. Non offrire una scelta sufficiente
9. Ordinare di leggere
 - Gianni Rodari


Gianni Rodari

Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.
 -Gianni Rodari, La freccia azzurra



Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)

Da "Il libro degli errori" di Gianni Rodari

Io sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.

Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.

Sembrerà dapprima una nuvola,
si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…

Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.

Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà “«buona! »,
certo dirà “«squisita! »

Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,

ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
( per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.


Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)

Io penso di restare fino a 85 anni nel mio primo periodo, dopo passerò al secondo e scriverò libri seri. Adesso scrivo le favole cominciando con “C’era una volta…” fin all’ultima parola. Da 86 anni in poi scriverò dall’ultima parola alla prima. Quando avrò cento anni scriverò dei libri che bisogna leggere allo specchio. Quando avrò 105 anni farò dei libri che si potranno leggere stando sdraiati per terra, perché li scriverò sul soffitto. Io sono contro le biblioteche con i tavoli e le sedie. Nelle biblioteche per ragazzi bisognerebbe mettere la moquette per farli stare sdraiati.
 - Gianni Rodari