mercoledì 5 marzo 2014

Ennio Flaiano

Chi apre il periodo, lo chiuda. 
È pericoloso sporgersi dal capitolo. 
Cedete il condizionale alle persone anziane, alle donne e agli invalidi. 
Lasciate l’avverbio dove vorreste trovarlo. 
Chi tocca l’apostrofo muore. 
Abolito l’articolo, non si accettano reclami. 
La persona educata non sputa sul componimento. 
Non usare l’esclamativo dopo le 22. 
Non si risponde degli aggettivi incustoditi. 
Per gli anacoluti, servirsi del cestino. 
Tenere i soggetti al guinzaglio. 
Non calpestare le metafore. 
I punti di sospensione si pagano a parte. 
Non usare le sdrucciole se la strada è bagnata. 
Per le rime rivolgersi al portiere. 
L’uso del dialetto è vietato ai minori di 16 anni. 
È vietato servirsi del sonetto durante le fermate. 
È vietato aprire le parentesi durante la corsa. 
Nulla è dovuto al poeta per il recapito. 

(Ennio Flaiano, L’uovo di Marx, Scheiwiller, 1987) 


Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972)

Da ragazzo, pur portato a coltivare il sentimento dell'amicizia, Eurialo e Niso, Oreste e Pilade mi annoiavano, li sospettavo insinceri. Capii più tardi che quei personaggi amavano ognuno dell'altro le buone qualità, mentre io sono più pronto a legarmi ad un amico per solidarietà coi suoi difetti, tra i quali l'intelligenza.
Ennio Flaiano, Diario Notturno

"Mamma Roma"

"De quello che è, ognuno è la colpa sua, lo sai si?... Si, ma il male che fai te, per colpa tua, è come 'na strada, dove camminano pure l'altri, pure quelli che nun cìanno colpa".
- Da "Mamma Roma", diretto da Pier Paolo Pasolini (1962)

Pasolini

"Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura".
- Pier Paolo Pasolini

Pasolini

I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetto benessere si è speso in tutto fuorché nei servizi pubblici di prima necessità: ospedali, scuole, asili, ospizi, verde pubblico, beni naturali cioè culturali.
I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetta tolleranza si è fatta ancora più profonda la divisione tra Italia Settentrionale e Italia Meridionale, rendendo sempre più, i meridionali, cittadini di seconda qualità.
I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetta civiltà tecnologica si siano compiuti così selvaggi disastri edilizi, urbanistici, paesaggistici, ecologici, abbandonando, sempre selvaggiamente, a se stessa la campagna.
I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetto progresso la «massa», dal punto di vista umano, si sia così depauperata e degradata.
I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetto laicismo l’unico discorso laico sia stato quello, laido, della televisione (che si è unita alla scuola in una forse irriducibile opera di diseducazione della gente).
I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetta democratizzazione i decentramenti siano serviti unicamente come cinica copertura alle manovre di un vecchio sottogoverno clerico-fascista divenuto meramente mafioso.
Ho detto e ripetuto la parola «perché»: gli italiani non vogliono infatti consapevolmente sapere che questi fenomeni oggettivamente esistono, e quali siano gli eventuali rimedi: ma vogliono sapere, appunto, e prima di tutto, perché esistono.
[…]
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo del Sifar.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo del Sid.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo della Cia.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere fino a che punto la Mafia abbia partecipato alle decisioni del governo di Roma o collaborato con esso.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione»
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.
Ma gli italiani - e questo è il nodo della questione - vogliono sapere tutte queste cose insieme: e insieme agli altri potenziali reati col cui elenco ho esordito. Fin che non si sapranno tutte queste cose insieme - e la logica che le connette e le lega in un tutto unico non sarà lasciata alla sola fantasia dei moralisti - la coscienza politica degli italiani non potrà produrre nuova coscienza. Cioè l’Italia non potrà essere governata.
[…]
Gli italiani vogliono dunque sapere ancora cos’è con precisione la «condizione» umana - politica e sociale - in cui sono stati e sono costretti a vivere quasi come da un cataclisma naturale: prima, dalle illusioni nefaste e degradanti del benessere e poi dalle illusioni frustranti, no, non del ritorno della povertà, ma del rientro del benessere.
Gli italiani vogliono ancora sapere che cos’è, che limiti ha, che futuro prevede, la «nuova cultura» - in senso antropologico - in cui essi vivono come in sogno: una cultura livellatrice, degradante, volgare (specie nell’ultima generazione).
Gli italiani vogliono ancora sapere che cos’è, e come si definisce veramente, il «nuovo tipo di potere» da cui tale cultura si è prodotta: visto che il potere clerico-fascista è tramontato, e ormai esso ad altro non costringe che a «lotte ritardate» .
Gli italiani vogliono ancora sapere, soprattutto, che cos’è e come si definisce il «nuovo modo di produzione»: se per caso tale «nuovo modo di produzione» - introducendo una nuova qualità di merce e perciò una nuova qualità di umanità - non produca, per la prima volta nella storia, «rapporti sociali immodificabili»: ossia sottratti e negati, una volta per sempre, a ogni possibile forma di «alterità»
Tratto da Lettere Luterane
di Pier Paolo Pasolini



Pasolini

La cultura si secca, appassisce:
l’orto ben coltivato torna selvaggio.
Ciò che era ordine è di nuovo caso.
Una foglia marcia, un cespuglio si interroga senza rispondersi
nella malinconia delle stagioni naturali.
Avere appreso non significa nulla, se non si apprende.
Ma l’uomo, come il sole, si stanca.
Gli interessi, le passioni non sono più novità.
Così, alle volte, a più di quarant’anni
si torna adolescenti: si sa soltanto
ciò che si sapeva allora.
Ma è un sapere freddo come il sole dei giorni
e delle stagioni, quando tutto torna com’era.
Tuttavia, quasi per vendetta contro questo mio fallimento
io voglio tornare ancora più indietro.
Con l’aridità il Non-Amore celebra i suoi trionfi,
ma in compenso (l’Amore è sempre il più forte)
anch’esso mi da qualcosa.
Pier Paolo Pasolini


Pasolini

"La malinconia te la portavi addosso come un profumo".
Dalla lettera di Oriana Fallaci a Pier Paolo Pasolini



Pasolini

Piange ciò che muta, anche per farsi migliore...
(Da "Il pianto della scavatrice", di Pier Paolo Pasolini)

Pasolini

Non adattare l'orizzonte al periscopio, ma il periscopio all'orizzonte, all'immenso orizzonte dei fenomeni.
- Pier Paolo Pasolini

Giambattista (o Giovanni Battista o Zuan Batista) Tiepolo (Venezia, 5 marzo 1696 – Madrid, 27 marzo 1770)